20 Set CHIARA NARDO, finalista ai Giochi Paralimpici di Tokyo, Ospite d’Onore al Gran Premio Continentale 2021
In occasione del 73° Gran Premio Continentale di Trotto, Domenica 26 settembre, Chiara Nardo sarà premiata da HippoGroup per la sua tempra sportiva
Nata fra i cavalli, finito il Liceo Classico e il Corso Allievi nello stesso anno, ha preso la licenza scegliendo la passione di famiglia. Allenatrice ed in sulky, tante corse anche al trotto montato, fra Montecatini, San Siro e Bologna, ha vinto più di 700 corse, compreso il Trofeo dell’Avvenire. Tanti i cavalli del cuore, fra loro Teresa As, mamma di Munter, lo stallone che il 31 gennaio 2015 la travolse, stravolgendo tutta la sua vita.
“Purtroppo o per fortuna, Munter mi ha travolta e fratturato due vertebre. A 41 anni ancora da compiere, si è fermato tutto, impossibile continuare la mia strada, la vita che avevo scelto, quella che mi aveva già dato tantissime soddisfazioni. Mi trovavo ad iniziare daccapo, come una bambina piccola, imparare di nuovo a vestirmi, a camminare…
I primi mesi sulla carrozzina, senza poter muovere un passo, poi operata due volte, poi il grande impegno con la mia fisioterapista Cristina Parise. In due anni sono riuscita a rimettermi in piedi.
E ho realizzato che mi si erano aperte opportunità nuove. Anche se mi mancava l’adrenalina delle corse. Poi ho conosciuto Alex Zanardi ed ho iniziato col ciclismo, però non era il mio sport.
Ma lo sport è la mia vita, così mi sono avvicinata al canottaggio, sono felice quando salgo in barca e se c’è qualcosa che non mi piace cerco di farmela piacere. Così sono nello sport e così mi comporto nel lavoro e nella vita.”
Ed è venuta la conquista del pass per Tokyo insieme al compagno di barca, Gianfilippo Mirabile.
“Con un anno e mezzo di canottaggio ho fatto quello che potevo fare, nonostante il periodo di sospensione gare a causa del covid: mi sono applicata, impegnata, portato a termine tutto quello che mi veniva chiesto e sono soddisfatta. Ritengo, comunque, di avere ancora margini di miglioramento poiché pratico il canottaggio da poco tempo e arrivare in finale a una Paralimpiade in queste condizioni non è poco!
Ora ho bisogno un po’ di normalità, poiché in questo anno e mezzo ho fatto quello che generalmente si fa in almeno tre anni. In sostanza un corso accelerato di canottaggio che mi ha portato fino a Tokyo!
Il quinto posto tutto sommato mi soddisfa e per questo ringrazio Giovanni Santaniello e dedico questa mia impresa ai miei genitori, li ho avuti sempre vicini, e agli abitanti di Piediluco perché ho passato più tempo lì che a casa e mi hanno accolto a braccia aperte insieme a Rambo, il mio cane”.